AZELIA, CANTINA CENTENARIA CON NOBILI MGA DEL BAROLO. Dal Bricco Fiasco di Castiglione F. alla Cerretta di Serralunga

606 Views

Nell’immagine di copertina Lorenzo Scavino con l’etichette che rappresentano l’azienda di famiglia Cantina Azelia

di Sergio Garreffa
(sommelier professionista AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)

Filosofia Azelia: “Produrre vini tipici che rispecchino il vigneto con equilibrio, pulizia e bevibilità”

Cent’anni e non sentirli: una frase comune, ma utile a descrivere l’ottimo stato di salute dell’azienda agricola Azelia. Fondata nel 1920, deve il nome ad un fiore che il bisnonno del padre di Luigi scelse per chiamare il vigneto di Barbera, poiché cresceva in grande quantità tra i filari. Inoltre, in evidenza sull’etichetta si trovano due pavoni: la fattoria ne era piena, girovagavano in cortile e così divennero il simbolo dell’azienda, considerata una delle principali imprese vinicole italiane a conduzione familiare.

Confezione storica delle bottiglie della cantina Azelia

La nascita della fattoria e della cantina si deve all’opera del Cavalier Lorenzo Scavino. Il primo ad imbottigliare fu, negli anni Trenta, il figlio Alfonso. In seguito la gestione passò a Lorenzo e poi al figlio Luigi, l’attuale titolare.

Insieme alla moglie Lorella Sandrone – originaria di Saluzzo, diplomata in agricoltura – proseguirono l’avventura, aiutati dall’esperienza messa in campo negli ultimi anni anche dal figlio Lorenzo, classe 1990, che mantiene il nome del trisnonno.

Stemma dei due pavoni, l’emblema della cantina Azelia

È la quinta generazione: già da piccolo si interessava al lavoro in vigna con le rafie e gli innesti, si può dire che è cresciuto in cantina. “Ascolto la sua voce, l’uva mi parla”, ama ripetere. È così che comprende il linguaggio dei vigneti. La conduzione familiare, dove ognuno ha il suo compito, è la forza dell’azienda, permette un’estrema accuratezza in ogni fase della produzione, oltre ad essere una scelta di continuità.

La Cantina di Castiglione Falletto nel cuore storico della Langa del Barolo

Oggi l’azienda agricola Azelia è costituita da 16 ettari vitati e produce in media 80 mila bottiglie all’anno. I vigneti sono situati a Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e Montelupo Albese. Le vigne sono considerate storiche perché sono quelle con le migliori esposizioni: il Nebbiolo è sinonimo di tannino e una giusta esposizione garantisce vini con maggiori qualità intrinseche e complesse.

La cantina sorge a Castiglione Falletto, nella frazione Garbelletto, nel cuore delle Langhe. Qui, a dare il primo impulso moderno fu il ventiduenne Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, conte di Cavour, primo Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia nel 1861.

Lorenzo Scavino figlio di Luigi, titolare della cantina Azelia

Fu mandato in esilio a Grinzane da suo padre Michele e da Adele di Sellon. Fu sindaco per 17 anni, dal 1832 al 1848. Insieme al Generale enologo Francesco Staglieno e al commerciante francese Luigi Oudart, iniziò a vinificare le uve in modo da ottenere un vino secco, poiché principalmente era dolce.

Furono loro, nel 1830, a presentarlo ai marchesi di Barolo Juliette Colbert e Tancredi Falletti. I Falletti, è giusto ricordarlo, erano Signori del Barolo già nel 1233 e proprietari di più di milleduecento ettari.

La Famiglia Azelia fiera delle MGA del Barolo di vari Comuni

Le uve della cantina Azelia provengono dai vigneti di famiglia. Ogni grappolo viene raccolto a mano, in modo da ottenere una precisa e accurata selezione. Il vitigno Nebbiolo è il frutto di un lento adattamento in un ambiente pedoclimatico che si è formato nel corso di milioni di anni.

Ogni macro area è caratterizzata dalla tipologia di Barolo che produce. A Serralunga e a Monforte sono rinomati per la loro struttura, per la tannicità e la durata nel tempo. La Morra, Barolo e Castiglione Falletto sanno dare vini esemplari, eleganti ed equilibrati.

Ovviamente ogni vigneto fa storia a sé: tutti sanno che all’interno di uno stesso terreno si possono avere composizioni molto differenti tra loro. Ecco perché la famiglia Azelia è fiera delle sue Mga, Menzioni Geografiche Aggiuntive, e dei suoi vini, che sanno generare e proporre ogni anno con grandi peculiarità.

Lorenzo Scavino della cantina Azelia nella bottaia con il sommelier Sergio Garreffa

Come tutti i nobili, il Nebbiolo è molto delicato e sensibile agli ambienti circostanti e al microclima e interpreta nei migliori dei modi i diversi terreni che lo ospitano. Con un ciclo vegetativo lungo, con un risveglio primaverile precoce e una raccolta tardiva, è esposto più degli altri vitigni agli agenti patogeni e alle intemperie.

Penso a queste viti contorte, con radici che penetrano e affondano in un passato di fatiche, restrizioni, guerre e numerose difficoltà, ma che hanno visto anche una nuova stagione ricca di successi, alcuni internazionali. Penso alla rivalutazione che l’azienda ha fatto del ruolo del vignaiolo, da contadino a imprenditore di successo. Tutto questo grazie alla dedizione della famiglia, alla difesa delle tradizioni e alla qualità dei prodotti, di una varietà pregiata e particolare.

“Ma il duro lavoro, la grande esperienza e la forza d’animo possono veramente creare qualcosa di straordinario” (Lorenzo Scavino).

Lorenzo Scavino con l’etichette che rappresentano l’azienda di famiglia

Negli ultimi trent’anni le Langhe hanno vissuto una vera rivoluzione: la campagna povera e quasi abbandonata si è trasformata – anche grazie al riconoscimento nel 2014 a Patrimonio dell’Umanità Unesco – in un’ambita meta turistica. I visitatori vengono da tutto il mondo per conoscere l’azienda agricola Azelia e ad ascoltare Lorenzo. È un pubblico attento e molto preparato.

Le Degustazioni:

L’azienda agricola Azelia non pratica la chiarificazione e la filtrazione su nessuno dei suoi vini.

Barolo Bricco Fiasco – annata 2019 – Gr. 14.5

La prima annata di produzione risale al 1978 con solo 2000 bottiglie. I vigneti sulla collina di Castiglione Falletto, sopra la cascina del Garbelletto Superiore, in zona Altenasso, crescono su un terreno di formazione tortoniana delle Marne di Sant’Agata Fossili. Nei pressi della cantina Azelia ci sono viti di oltre 85 anni, impiantate dal trisnonno Lorenzo nel 1930.

La vinificazione avviene con lieviti indigeni, per circa 55 giorni a cappello sommerso alla temperatura di 31° C e poi per 24 mesi in botti grandi. Oggi la produzione arriva sulle 6000 bottiglie.

Il vino:

Ha un colore rosso rubino granato con leggero ritocco aranciato. Buona dolcezza dei profumi con prugna e confettura di lampone con la rosa che fa capolino, una lieve spezia piccante quasi pungente che si fonde però con rimandi di legna arsa.

Al sorso, i tannini sono fitti, fini ma ancora leggermente vigorosi, hanno ancora una carica viva ed energica. Sul finale l’alcol tende a scaldare il palato e a dare un’ottima e confortevole persistenza.

Si può degustare giovane, ma anche attenderlo qualche anno per cogliere tutto il suo potenziale di struttura e corpo e soprattutto i profumi e gli aromi intrinsechi del Nebbiolo.

Barolo Margheria – annata 2019 – Gr.14.5

 Siamo a Serralunga d’Alba, nell’ampia conca che comprende le Mga Rivette, Marenca e Margheria oMargaria. Una menzione ritenuta eccellente, con le vigne esposte a mezzogiorno, una posizione favorevole e particolare, un vigneto di rara bellezza. Nel 2004 Luigi decide di passare all’affinamento in botti grandi per 30 mesi, aumentando la finezza del prodotto.

La vinificazione avviene con la macerazione con lieviti indigeni per circa 40 giorni sulle bucce a cappello sommerso, a temperatura controllata di 31 °C, e poi per due anni in botte grande. La produzione è di 6500 bottiglie circa, 520 magnum e 60 doppi magnum.

Il vino:

Il colore è rubino granato di media intensità, con calda sfumatura arancio. Profumi fini di frutta, lampone, mora, rosa canina e un tocco leggero di spezia piccante, chiodi di garofano e ginepro che si fanno ovattati e amplificati dal ricordo di catrame vegetale. Il sorso è fragrante fruttato, sottolineato da un tannino minuto ma vigoroso che dona un carattere dinamico e suadente.

La sensazione gustativa procede dalle note di sottobosco ed erbe aromatiche essiccate al sole.Ha un temperamento deciso che si ammorbiderà dopo qualche anno di invecchiamento, non ha problemi a mantenersi a lungo. Ottimo.

Barolo Bricco Fiasco 2019, Barolo Margheria 2019 e il Barolo San Rocco 2019

Barolo San Rocco – annata 2019 – Gr. 14.5

È il primo vigneto acquistato a Serralunga d’Alba, uno delle Mga più piccole, confinante con Baudana e Costabella. Azelia è l’unico produttore della menzione San Rocco. Il terreno si presenta con marna grigio blu, che conferisce aromi e profumi particolari e complessi, dal carattere forte. È importante ricordare il legame del vigneto di San Rocco con i nomi di Virginia Ferrero – 1865-1949, comunemente chiamata “Tota” –  e diGiuseppe Cappellano (1870-1955), i quali scrissero capitoli importanti nella storia del Barolo di questo comune.

La vinificazione avviene con lieviti indigeni con cappello sommerso per 55/60 giorni a temperatura controllata, poi con 24 mesi in botti grandi. Le bottiglie prodotte sono circa 7000 mila.

Il vino:

Ha un bel colore rosso granato piuttosto cupo ma anche caldo e luminoso. L’apertura olfattiva offre nette note di sottobosco, more e ribes nero che portano appresso lievi segni evolutivi di catrame vegetale, camino e una speziatura non molto intensa ma piccante.

In bocca aumenta la consistenza del frutto maturo e succoso, la trama tannica vivace e tendenzialmente dolce aumenta la sensazione gustativa e tattile e porta a una lunga persistenza e che si sviluppa su sapori di fungo e tartufo.

La sua indole lo rende godibile anche adesso che è giovane, ma ha bisogno di tempo per riuscire ad esprimere al meglio il suo carattere nobile. Un vino da lungo invecchiamento tanto che le migliori annate reggono bene anche 20 anni.

Barolo Cerretta – annata 2019 – Gr.14.5

Il Barolo Cerretta è stato dedicato al centenario dell’azienda, alla forza di volontà e alla caparbietà di ben cinque generazioni.

Il vigneto Cerretta di Serralunga d’Alba si trova accanto a quello di San Rocco, fa parte della famiglia da quasi 30 anni e ha avuto un nuovo impianto con 12 mila viti. All’inizio si produceva il Langhe Nebbiolo, in seguito il Barolo Classico. La lunga attesa è terminata.

Luigi ha sempre avuto il grande desiderio di produrre questa Mga, ma le viti erano troppo giovani. Finalmente, con la vendemmia del 2016 e dopo l’affinamento, è stato messo in commercio con l’annata del 2020.

La vinificazione avviene con lieviti indigeni per circa 55/60 giorni a cappello sommerso e a temperatura controllata e poi 30 mesi in botti grandi. La una produzione è di 3000 bottiglie, 340 magnum e 50 doppi magnum.

Il vino:

Ha un color rubino granato di media intensità.Grandi profumi floreali, di camino spento e legni aromatici, si completa con una vivace speziatura dolce e calda con cannella e noce moscata ed un frutto fragrante di buona maturità e dolcezza.

Il sorso è sottolineato da una tannicità minuta ma rigogliosa, elegante e avvolgente, quasi vellutata, che porta con sé note di sottobosco. Il suo carattere ricco e consistente è l’espressione del territorio dal quale nasce. I tempi di maturazione sono stati abbastanza lunghi, ma sa offrirsi già con generosità e saprà mantenersi molto a lungo per poter esprimere tutto il potenziale di questa Mga davvero unica. Barolo Cerretta superlativo.

Barolo Cerretta 2019 e il Barolo Riserva Bricco Voghera 2013

Barolo “Riserva” Bricco Voghera – annata 2013 – Gr.14.5

Il Barolo Riserva viene prodotto solo esclusivamente nelle annate eccezionali. Questo vigneto di Serralunga d’Alba ha più di 95 anni e produce grappoli unici. La prima annata di produzione è stata con il Barolo Voghera-Brea: questa zona era stata classificata da Renato Ratti come area pregiata dalle particolari caratteristiche qualitative, poi con le Mga del 2010 è stata divisa.

La vinificazione avviene con lieviti indigeni per 60 giorni a cappello sommerso e a temperatura controllata. L’affinamento prosegue con cinque anni in botti grandi e cinque anni in bottiglia. La produzione è di 3000 bottiglie, 340 magnum e 60 doppi magnum.

Il vino:

Dal colore decisamente aranciato, non troppo scuro, ma caldo e di buona lucentezza. Il suo profumo è estremamente immediato, dona ricordi di legna arsa, mallo di noce ed un sottile filo floreale che richiama la rosellina di macchia e il geranio appassito. Il suo frutto è di fragrante lampone e melagrana con la dolcezza del corbezzolo, le spezie son dolci e in sottofondo si sente una singolare liquirizia e fungo.

L’ingresso al palato porta con sé dei frutti maturi, con la morbidezza della cannella, la vivacità dell’acidità e dei tannini maturi, fini e avvolgenti, che creano una trama larga e composita e sul finale accenna a una lievissima astringenza. Un carattere generoso e superbo, dieci anni portati molto bene, darà emozioni ancora per molto tempo. Complessivamente un Barolo di altissimo livello.

Barolo Classico – annata 2019 – Gr. 14.5

Un mix di sette diversi vigneti singoli situati tra Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba. Le uve vengono vinificate separatamente e assemblate prima dell’imbottigliamento, combinando il giusto equilibrio tra le diverse caratteristiche dei due paesi e il terreno delle Mga che li contraddistingue.

Un vino che riesce ad entusiasmare per l’unione di caratteri diversi, per la sua finezza e la sua alta qualità. La vinificazione avviene con lieviti indigeni per circa 40 giorni a cappello sommerso e a temperatura controllata e per 24 mesi in botti grandi. La produzione si aggira sulle 30 mila bottiglie annue e 600 magnum.

Il vino:

Dal colore roso rubino intenso con ricordo granato. Profumo dolcemente tostato e liquirizia, apre a ricordi fruttati ben maturi e a spezie morbide e calde, più lieve l’accento floreale.

L’impatto gustativo sviluppa frutti fragranti e dolci, con il tannino che segna il carattere del vino, ben vigoroso e dinamico con una carica di vitalità ed esuberanza, formando così una trama viva e fitta che mantiene una lunga persistenza agli aromi. È un vino da lungo invecchiamento, ma anche in giovane età sa farsi apprezzare notevolmente. Ottimo. 

Langhe Nebbiolo 2022, Barbera d’Alba Punta 2021 e il Barolo Classico 2019

Langhe Nebbiolo Doc 2022 – Gr.14

 L’affinamento in acciaio, permette la conferma del carattere della varietà.Dalle viti più giovani dell’azienda, 20 anni di media è un approccio al Barolo con bevibilità istantanea.

Il vino:

È un vino che sposa bene le sue caratteristiche varietali e le sue doti territoriali, caratteristiche del Nebbiolo.Il merito è di Lorenzo, un viticoltore molto attento e preciso. D’altra parte i suoi vini sono l’emblema della sua terra, molto saporiti e soprattutto che richiamano la beva.

Il Langhe Nebbiolo ci propone all’olfatto profumi floreali e fruttati, con in evidenza un frutto rosso di sottobosco non completamente maturo di ciliegia e susina, fragolina, mirtilli e lampone, ma anche note di spezie dolci, leggermente piccanti.In bocca è esplosivo, morbido e caldo, sorretto da un tannino ancora presente ma piacevole e aggraziato, al retrogusto si percepiscono e si esaltano fragranti note di sottobosco. Ottima bevibilità.

Barbera d’Alba “Punta” 2022 – Gr 15

 La prima citazione del Barbera risale al 1798 nella stesura dei vitigni piemontesi, da parte del Conte Giuseppe Nuvolone di Scandeluzza, responsabile dell’Orto Sperimentale della Reale Società Agraria di Torino di cui sarà direttore dal 1805 al 1806.

Anche Giorgio Gallesio parla di Vitis Vinifera Montisferrantensis, citata nella sua Pomona Italiana 1817-1839. Oggi la Barbera mostra ottime proprietà lavorato in purezza.

Le viti del vigneto “Punta” con più di 60 anni, è situato in cima alla collina a Castiglione Falletto, con ottima esposizione, per una uniforme maturità degli acini. Con un anno di affinamento in legno.

Il vino:

Il suo aspetto vira dal rosso rubino fitto e profondo con leggeri riflessi violacei.Gradevole all’olfatto con sensazioni di viola, mirtillo, melograno e visciole selvatiche e spezie decisamente dolci, in sottofondo mora e prugna.

Al palato non demorde, caldo, con un tannino avvolgente in una piacevole sapidità e freschezza, chiude in una persistenza lunga su piacevoli accenni fruttati, i suoi punti di forza, caratteristiche di questo vitigno che rispecchia il microclima e il suo terreno di Langa.

Come mi disse Lorenzo, ogni Riserva è una Riserva da ricordare.

Non ho parole per ringraziare Lorenzo e la sua famiglia per l’accoglienza e l’ospitalità ricevuta. È stato un giorno importante e intenso. Una giornata fredda, ma riscaldata dai vini degustati, molto interessanti e proficui. La loro storia centenaria non si ferma e prosegue con i nuovi lavori di ampliamento della cantina. Ci rivedremo presto, magari per l’inaugurazione.  Grazie infinite.

Sergio Garreffa
Sommelier dal 1982 Professionista e Degustatore
II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS
e-mail – sgbarolo@gmail.com
Cell. 347 5812919


Azienda Agricola Azelia di Luigi Scavino
Via Alba Barolo, 143 – 12060 Castiglione Falletto (CN) Italia
Tel.+39 0173 62859
e-mail l.scavino@azelia.it
www.azelia.it

 

 

Sergio Garreffa

Appassionato di cibo e vino, che ha inizio nel lontano 1982, con una carriera da degustatore professionista A.I.S. dal 2018 al 2022 Delegato del Tigullio Promontorio Portofino. Ambasciatore del Vermentino dal 2016 e miglior Sommelier della Liguria 2011, nonché secondo al master del Barolo, Sagrantino e Lambrusco e terzo posto al Prosecco e Friulano. Oggi con grande passione e amore qui su Art & Wine per recensire e descrivere le storie di importanti aziende del settore vinicolo.

Lascia un commento Annulla risposta