L’ELEGANZA DEGLI STORICI BAROLO “ANGELO GERMANO”. Viticoltori dal 1908 con Degustazioni nel Centro Storico

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di Sergio Garreffa
(sommelier professionista AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)

Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere questa grande realtà e di rimanere affascinato dalla storia di famiglia. Un racconto ricco di sfumature e avventure, costellato di tanti sacrifici. L’interesse per le tradizioni – tramandate di generazione in generazione – e per il proprio territorio, fa innamorare ancor di più del Barolo e delle colline delle Langhe.

Chi scopre il Barolo, per esperienza personale, ha poi difficoltà a tornare indietro, per le figure che si incontrano e soprattutto per la ricchezza del vitigno Nebbiolo che, con i suoi profumi e aromi inconfondibili, lascia un ricordo indelebile nella memoria di ciascuno.

Angelo Germano Produttori in Barolo dal 1908

L’azienda affonda le sue radici nella persona di Teobaldo Germano – vissuto tra fine ‘800 e i primi del ‘900 – fondatore e primo presidente della Cantina Sociale di Barolo, aperta nel 1902. L’attività ottenne ottimi riconoscimenti e premi: nel 1903 la medaglia d’oro ad Alba, nel 1905 a Cuneo e a Torino fu premiata con la coppa di sua Maestà il Re, all’epoca la massima onorificenza per un vino.

Dal 1930, però, i soci che conferivano le uve alla Cantina Sociale pian piano si misero in proprio dando vita alle prime cantine private che hanno poi segnato la storia del paese e del suo vino.

La storica e suggestiva cantina Angelo Germano sulle colline di La Morra (Cuneo, Piemonte) – foto archivio Angelo Germano

Allo scioglimento della Cantina Sociale, nel 1936, i locali vennero acquistati dalla famiglia Germano. L’edificio comprendeva altre attività, come la posta e la farmacia e, insieme al Castello, rappresentava il cuore del paese. Sotto ai suoi balconi si fermavano la “littorina”, i vignaioli che contrattavano le uve e i trifulau con la loro preziosa merce e i loro fedeli cani.

Incoraggiato dal nonno Teobaldo e aiutato dalla moglie – che porta in dote alcuni ettari di vigna – il nipote fonda la sua azienda, “Germano Angelo”. Nello stesso anno viene alla luce il primogenito, Davide, mentre con la nascita della seconda figlia la moglie muore. Alcuni anni dopo anche Angelo la segue, lasciando Davide -giovanissimo – a condurre la cantina.

Ancor prima del riconoscimento della Doc e Docg, Davide Germano si fa promotore del Barolo fondando nel 1934 – assieme ad altri produttori – il Consorzio per la Tutela del Barolo e del Barbaresco. L’obiettivo è quello di definire la zona di origine, le uve e le caratteristiche del vino, vigilando contro frodi, adulterazioni e sleale concorrenza, promuovendo la conoscenza dei vini e difendendone il nome e la qualità.

Nel 1947, dopo la seconda guerra mondiale, il Consorzio viene ricostruito. Da allora lavora per il riconoscimento della Docg, che arriva nel 1980: a luglio per il Barolo e in ottobre per il Barbaresco.

In seguito, la cantina si ingrandisce e negli anni Cinquanta Davide acquista una cascina “Dardi” in una delle zone più vocate, in località Bussia a Monforte d’Alba, della Mga Mondoca.

Angelo “Gianni” Germano, anfitrione del Wine Shop nel centro storico di Barolo

La cantina Germano Angelo si espande ancora, acquistando negli anni Settanta, dalla Curia  vescovile di Alba, la cascina settecentesca dell’Annunziata alla Morra, cosiddetta “del vescovo”, che si erge sulla Mga Giachini con annesso vigneto. Qui costruisce la sua nuova avventura.

La cantina di Germano è collocata nei locali della cascina vescovile dedicata a San Martino di Mercenasco: questo caratterizza la forma delle etichette che contraddistinguono i vini con uve provenienti da singoli vigneti o Mga che, infatti, ricordano la Mitria del Vescovo.

La storica etichetta con la Mitria vescovile sostituita solo negli ultimi anni

Determinazione e passione che si ritrovano nel figlio Angelo (junior) – classe 1942 – specializzato in Erboristeria e Aromateria Enologica e Liquoristica all’istituto Tecnico Enologico. E’ sua la ricetta segreta del Barolo Chinato “Gatorosso”.

Angelo, nel corso degli anni, è divenuto l’anfitrione del Wine Shop nel centro storico di Barolo, verace uomo di Langa con una conoscenza storica del territorio, del Barolo e delle sue tradizioni.

Anche le donne hanno partecipato all’attività di famiglia: per esempio, Giuseppina Oberto – da tutti chiamata Jose, moglie di Angelo junior e proveniente da una famiglia di viticoltori – è una delle “vignaiole” pioniere delle Langhe. Nel progettare insieme l’immagine aziendale riprendono il vecchio stemma, un germano reale rivisitato in chiave moderna, e lo utilizzano per le etichette, le scatole e le capsule dei tappi.

La nuova generazione della famiglia Germano

La nuova generazione di viticoltori inizia con Davide Germano (junior), nato nel 1979, che prima frequenta la scuola Enologica di Alba e in seguito si dedica alla gestione della cantina, ristrutturando gran parte dell’azienda e inserendo attrezzature più sofisticate, come l’utilizzo dei fermentini in acciaio con controllo elettronico delle temperature.

L’enologo e proprietario Davide Germano accanto ai tonneaux della sua cantina a La Morra

La sorella Viviana – classe 1975 – eredita invece la vena artistica. E’ lei, dopo aver terminato gli studi di design a Milano, a rimodernare nuovamente l’immagine aziendale e a dare un tocco personale alla ristrutturazione dei locali in Barolo, che ora ospitano l’enoteca che funge anche da reception per l’agriturismo “Casa Svizzera”, situata ai piani superiori della struttura.

Dalle camere si gode di una splendida cornice panoramica: l’agriturismo è raggiungibile in auto grazie alla stradina privata con parcheggio. Prende il nome da quello che fu ai primi del ‘Novecento l’Albergo Svizzero ed è caratterizzato da muri interamente dipinti che offrono un’illusione ottica spettacolare, perché lo fanno assomigliare ad uno chalet.

La Cantina Sociale restaurata di recente che ora accoglie il wine-shop, l’agriturismo Casa Svizzera e il ristorante Il Bosco delle Galline Volanti con il suo laboratorio didattico

I vini della cantina “Germano Angelo” compaiono raramente nelle riviste di settore: è la famiglia, infatti, che vuole essere protagonista della propria tradizione e della promozione dei prodotti, preferendo il contatto diretto con i clienti finali. E’ un coinvolgimento che va oltre la mera vendita del vino.

E’ il concetto chiave da cui si comprende la ristrutturazione che ha dato il via a tutto: l’ex cantina sociale di Barolo, poi cantina Germano Angelo, ora anche un laboratorio in cui vengono preparati prodotti tipici dall’orto botanico del “Bosco delle Galline Volanti” e degustati direttamente presso il punto vendita in abbinamento ai vini.

L’azienda aderisce alla Lotta Integrata dal 1966. Promuove inoltre la crescita di colture sane praticando il minor rischio possibile per gli ecosistemi agricoli, ad esempio incoraggiando l’utilizzo di meccanismi naturali per il controllo fitosanitario.

Vini in degustazione

Barolo Vigna Ruè Docg 2016 – Gr.14

Ottenuto dalle varietà Michet e Lampia, prodotte nel vigneto Ruè, nel comune di Barolo.La sua prima produzione risale al 1903: il vigneto appartiene alla famiglia da cinque generazioni. In cantina sono custodite ancora bottiglie di Riserva a partire dall’annata 1936.

Vinificazione ed invecchiamento: fermentazione in vasche di acciaio termo condizionate per circa 14 giorni. Affinamento in tonneaux di rovere francese per 24 mesi, cui segue il passaggio in bottiglia.

Il vino

Ha un bel colore rubino con tocco granato leggero. Classico profumo con forte impronta di camino, legna arsa e rose di macchia, con discreta nota fruttata di prugna, più incisivo e vivo è il tocco speziato.

Al sorso, il frutto è maturo e dolce. L’aspetto più importante di questo vino è la sua consistenza tannica, fatta di una trama vigorosa, che mantiene uno spessore ed una dimensione più che riguardevole, ma non provoca alcuna astringenza anzi, con la complicità dell’alcol, si rafforza la sensazione calda e confortevole. Vino da lungo invecchiamento, anche se sarà possibile apprezzarlo appieno solo dopo alcuni anni.

Barolo Docg Bricco Rocca 2015 Gr. 14,5

 Prodotto nel vigneto situato nella parte più alta della collina chiamata “Rocca”, nel comune di La Morra. Fermentazione in vasche di acciaio per 12 giorni. Affinamento in tonneaux di rovere per 24 mesi e passaggio in bottiglia per un minimo di un anno. La prima annata di produzione risale al 1947.

Il vino

Ha un colore granato abbastanza cupo, con tocco aranciato. Al naso si apre con note tostate, che si porta dietro una speziatura vivace e un ricordo di catrame vegetale, come un caffè appena tostato. Il frutto è fragrante, dolce amarena e agra melagrana e fragole essicate, foglie di tabacco e leggera sensazione di cuoio.

Al sorso si svela rapidamente, con un frutto dolce, succoso e denso, con una sapida speziatura e da un tannino fitto e minuto, che non ha rinunciato a far sentire il suo carattere mascolino, il tutto con delicatezza ed eleganza. La famiglia Germano, per questo classico e austero Barolo, mi suggerisce di attenderlo ancora qualche anno, così da coglierlo al meglio, nelle sue molteplici sfumature.

La bottata nella storica cantina di La Morra (Cuneo)

Barolo Docg Bussia 2015 Gr. 14,5

Vino prodotto nel comune di Monforte d’Alba. Vinificazione ed invecchiamento; Fermentazione in vasche di acciaio e termo condizionate per 12 giorni, affinamento in rovere francese per 24 mesi. La prima annata di produzione è del 1963.

Il vino

Si presenta con un colore rosso granato di buona profondità con rifiniture aranciate. Si apre al naso con una evidenza floreale, con una dolcissima rosa canina e una spolverata di legna arsa, mista a liquirizia e anice stellata, seguono ricordi speziati dolci e morbidi che si uniscono al frutto dolce e maturo tra il lampone e il ribes.

Al palato è immediata la carica succosa e concentrata della frutta, sostenuta da una tannicità fitta, agile e minuta che contribuisce alla dolcezza e alla morbidezza, ma anche da uno spirito audace ed intrepido. Questo Barolo Bussia offre un bagaglio davvero unico, che sa dare emozioni: la famiglia Germano c’è riuscita appieno.

Il Barolo Chinato Gatorosso accanto al Barolo cru Russia

Barolo Chinato Docg “Gatorosso” Gr. 16,5

 Prodotto ottenuto da un vino Barolo Docg con circa 30 erbe aromatiche officinali differenti. La prima annata di produzione è del 1963. Una curiosità: Angelo Germano junior comprò un bilancino di precisione per pesare le erbe. Siamo nel 1963 e il costo di 120 mila lire era una spesa onerosa. Suo padre Davide non gli rivolse la parola per una settimana, ma in seguito riconobbe la scelta lungimirante del figlio.

Vediamo la sua preparazione: per prima cosa si prepara l’estratto aromatico facendo macerare in soluzione idroalcolica le erbe e le spezie per circa 45 giorni. Il composto così ottenuto viene filtrato e aggiunto successivamente al Barolo Docg. Si lascia decantare per circa un mese e stabilizzare a freddo. Dopo un affinamento in botte viene messo in bottiglia e lasciato riposare almeno un anno.

Il vino

Il colore è granato cupo con bagliori aranciati. All’olfatto è un mosaico di profumi con ottime sfumature. Molto ampia è la gamma: in primis la china, seguono cannella e liquirizia e note balsamiche, con lo zenzero, buccia d’arancia, chiodi di garofano in un intreccio armonico di contrasti che con carattere esaltano l’olfatto.

Al palato, la sua struttura mette in relazione i tannini del Barolo che si integrano con i sapori botanici della china calissaia. Rimane persistente, con un gusto pieno e gradevole. Bere da solo il Barolo Chinato riserva molte emozioni, ma abbinarlo con precise vivande è sempre una sfida suggestiva.

L’accostamento più consono è con il cioccolato fondente, ma lo si può provare anche con formaggi stagionati non erborinati: il loro carattere amaro e ruvido sarà sgrassato dal vino.

Barbera d’Alba Doc “La Soleggiata” 2018 Gr. 14,5

Ma il Barbera (o “alla Barbera” come si esprimono i contadini piemontesi) è il principale vitigno a bacca rossa, non solo della famiglia Germano. Le sue origini sono molto antiche: nell’elenco dei vitigni piemontesi redatto dal conte Nuvolone della Società Agraria di Torino, risale al 1798. Lo attesta un documento conservato nel municipio di Nizza Monferrato.

Ha ricevuto molte attenzioni anche da parte di scrittori illustri, come Carducci e Pascoli, che hanno dato merito e popolarità a questo favoloso vitigno. Nessun altro vino rosso italiano negli ultimi anni è cresciuto nella stima generale come il Barbera.

Il vino

La Soleggiata si presenta con un colore rosso rubino di estrema fittezza, con sfumature violacee. Al naso si percepiscono note di piccoli frutti rossi, di violette e ricchi spunti balsamici. Importante e ben strutturato al gusto, equilibrato ed avvolgente grazie ai suoi tannini dolci, al sorso sorprende il sapore: ha un retrogusto intenso di mora, lampone e mirtillo, seguito da delicate note di viola appassita che si fondano con ricordi di torrefazione.

Il Barbera “La Soleggiata” di Germano ha spessore ed è caratterizzato dalla morbidezza e dalla dolcezza del frutto, è equilibrato e avvolgente, con una nota tannica gradevole ed elegante che guida la lunga persistenza.

Il Barbera d’Alba e il Rodsato di Nebbiolo Anni della cantina Angelo Germano

Rosato “Anin” 2019 Gr. 14

 Sono uve al 100% Nebbiolo, pigiate e private dei raspi e sistemate nelle vasche di acciaio inox controllate a bassa temperatura (18°-20°) per circa 30 giorni.

La fermentazione è alcolica e con l’anidride carbonica prodotta si separa naturalmente la parte liquida dalle vinacce, ottenendo un mosto dal caratteristico colore rosa cerasuolo tipico di  questo Rosato Anin, dedicato alla nonna di Angelo.

Il vino:

il colore è rosa cerasuolo, (mi ricorda alcune varietà di ciliegie della zona di San Sebastiano Curone) cristallino e con leggeri screzi ramati. L’olfatto è un ventaglio di sensazioni fruttate e floreali: melagrano, nespola, ricordi di agrumi come pompelmo e bergamotto e ancora fiori di arancio, rosa bianca ed essenze boschive.

Al palato ha una freschezza convincente, dal tono fruttato di pesca e leggera spezia ammaliante. La lunga scia sapida si impone con piccoli cenni minerali in un filo di tannino e di frutti rossi piacevolmente acidulo. L’Anin è davvero un rosato di grande piacevolezza dalla beva importante, ben fatto e profondo.

Davide Germano con il sommelier Sergio Garreffa

Sono grato alla famiglia Germano per l’accoglienza ricevuta, in particolare per i loro vini in degustazione, che oggi non si fondano sulla quantità ma soprattutto sull’eccellenza, sulla costanza e sulla qualità. I loro sono prodotti di estrema fattura ed eleganza. Grazie.

Sergio Garreffa
(sommelier professionista AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)

Cantina Germano Angelo
Frazione Annunziata 24/A – La Morra (CN) Piemonte – Italia
Tel. 0173/50613 – 590650 Fax 590654 Cell. 3383938638
www.germanoangelo.comgermano@germanoangelo.com

Agriturismo Casa Svizzera e Wine Shop
Via Roma 65 – Barolo (CN) – Piemonte – Italia
Tel. 0173/566408 Cell. 338 3938638
www.casasvizzera.cominfo@casasvizzera.com
tasting@casasvizzera.com

 

Sergio Garreffa

Appassionato di cibo e vino, che ha inizio nel lontano 1982, con una carriera da degustatore professionista A.I.S. dal 2018 al 2022 Delegato del Tigullio Promontorio Portofino. Ambasciatore del Vermentino dal 2016 e miglior Sommelier della Liguria 2011, nonché secondo al master del Barolo, Sagrantino e Lambrusco e terzo posto al Prosecco e Friulano. Oggi con grande passione e amore qui su Art & Wine per recensire e descrivere le storie di importanti aziende del settore vinicolo.

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