VOERZIO MARTINI, LA CANTINA DEI PROFUMI Il Barolo La Serra attende Il Cerequio

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di Sergio Garreffa
(sommelier AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)

TRA I MARCALEONI DI LA MORRA

Primo tra i comuni del Barolo in termini di superficie vitata, La Morra merita sicuramente un posto di assoluto rilievo per il prestigio di cui godono alcune delle vigne più importanti come Brunate, La Serra, Cerequio, Rocche dell’Annunziata, Bricco Luciani, denominate dai viticoltori della zona “Marcaleoni” cioè vigneti di qualità eccelse.

Si producono vini di estrema eleganza ed equilibrio, il loro punto di riferimento, dove le cantine riescono a dare ed imprimere la loro impronta e unicità ed esaltare il loro territorio facendone comprendere le tipicità.

Una storia emblematica e affascinante, che accomuna un interesse e una passione per la tradizione della viticultura. A La Morra la vite e soprattutto il principale vitigno Nebbiolo è l’artefice di questa bella avventura dove ha trovato il suo habitat più congeniale per crescere e progredire e affermarsi nel mondo.

Nasce così tra Gianni Voerzio classe 1951 e la nuova proprietà, composta da Mirko (dopo l’Università Enologica di Alba) e la sorella Federica Martini (dopo l’Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo) di Cossano Belbo, la determinazione di produrre dei vini che rispecchiassero la loro filosofia di qualità.

Federica e Mirko Martini titolari della cantina Voerzio Martini

C’è stata da subito una grande collaborazione e nuovi investimenti. Acquistati i 5 ettari vitati da Gianni Voerzio, Piero Martini ha creato coi propri figli una condizione di grande sinergia nel voler interpretare fin da subito con una nuova struttura e avere una cantina all’avanguardia che sappia dare tutte le caratteristiche per svolgere un grande lavoro e ottenere dei grandi prodotti.

I vigneti totali sono 12 ettari complessivi in zone Mga (Menzioni Geografiche Aggiuntive) del Nebbiolo da Barolo con il loro “Monvigliero” della zona di Verduno, dal celtico “Verdum” collina fiorita e denominata finestra delle langhe con circa 2000 metri, un 1,5 ettari a Serralunga d’Alba con il Meriame e due ettari di Rochettevino a La Morra e due ettari a “La Serra” sempre zona Mga, Brandini un 1,5 e recentemente una particella di 6000 metri di “Cerequio” di la Morra. Nella zona “Boiolo” 2 ettari e intorno alla cantina nel Mga “Castagni” di circa 2,2 ettari.

Una di queste acquisizioni, la Mga “Cerequio” definita “Riviera delle Langhe” sarà in produzione nel 2022

 

LE VINIFICAZIONI

Le vinificazioni dei bianchi vengono effettuate con criomacerazioni a freddo ovvero usando ghiaccio secco che sarebbe anidride carbonica. essa viene mescolata all’uva, in questo modo abbassa la temperatura e protegge dall’ossidazione e serve soprattutto per tenere e avere più profumi e dare struttura al vino.

Successivamente sempre per i bianchi (tranne il Moscato) avviene il battonage. Questo può variare da 3 a 10 mesi.

La bottaia con barriques, tonneaux e botti grandi di Voerzio Martini

Per quanto riguarda tutti i vini rossi, è data particolare attenzione alla vigna con 2/3 diradamenti all’anno, il primo passaggio quando l’uva è ancora verde e verso metà / fine agosto si tolgono le parti più esterne. Sul Nebbiolo a fine settembre avviene l’ultimo passaggio di diradamento di modo da avere circa un chilo di uva per pianta.

Dopo la fermentazione alcolica e malolattica in acciaio, i vini vengono affinati in botti di rovere francese, che variano come capacità: barrique 225 lt; tonneaux 500 lt e botti grandi da 25 hl. L’enologo Mirko ha portato una ventata di novità aggiungendo all’affinament6o del Barolo in botti piccole un passaggio finale di 6 mesi in quelle grandi. Dopo l’imbottigliamento, riposano ancora almeno 6 mesi in cantina.

Dato climatico 2016

Il 2016 è stata un’annata a detta di tutti i produttori eccelsa, molto fortunata con una regolarità della stagione, dopo un avvio precoce e una primavera mite, ha proseguito con periodi freschi e talvolta caldi.

Comunque un ottimo equilibrio, soprattutto idrico, specialmente nei mesi di agosto e settembre. anche se prima della vendemmia ci sono stati alcuni giorni di piogge abbondanti senza compromettere la stagione, anzi ha rallentato il periodo di vendemmia, poi ripresosi subito dopo, ma con una raccolta delle uve leggermente tardiva.

 

DEGUSTAZIONI

Il Barolo Docg 2016

Con 58 quintali per ettaro, uve diraspate e una piccola parte con acini interi nella fermentazione.

Il vino si presenta rosso rubino con leggeri screzi granato, non troppo scuro ma vivace, caldo e nitido. Molto intenso all’olfatto l’apertura fruttata e floreale, di estrema sicurezza la rosa e il lampone che si fondano con la ciliegia e il ribes, delicatissimo l’apporto speziato e le note di camino. Grande eleganza, pulizia e precisione dell’impianto aromatico che si sviluppa in successione e regolarità.

Succosa, con grande intensità e decisione ma anche con grande personalità fine e gentile e la sua apertura gusto-olfattivo. I tannini sono finissimi e fitti, avvolgenti e ben amalgamati alla massa, le spezie sono solo un supporto alla sapidità. Ha una personalità nettamente femminile anche se lascia trasparire una solidità e una consistenza ragguardevoli. Lo si può cogliere giovane o attenderlo qualche anno, sicuramente con peculiarità davvero uniche e intrinsiche. L’uva è ottenuta dal vitigno Nebbiolo di varietà Michet.

 

Barolo Docg “La Serra” 2016

Il colore è di un rosso rubino con bagliori granato di media intensità. I profumi si aprono su toni molto speziati e con lieve nota tostata che si fonde su una legna arsa del camino. Il frutto rimane più in sottofondo ed il tocco floreale ricorda decisamente la rosa canina ed anche fiori appena appassiti. Al gusto arriva un frutto dolcissimo con ricordi di canditi e zucchero caramellato.

La trama tannica è fine, minuta e crea un bel sostegno gustativo che da continuità ed eleganza, sapidità e minerale. Ha un carattere straordinariamente ampio, fine, che si svela con progressione travolgente. Direi già pronto e ottimo al gusto e godibile fra qualche anno di invecchiamento. L’uva è ottenuta dal vitigno Nebbiolo di varietà Michet.

 

Langhe Doc Nebbiolo “Ciabot della Luna” 2018

Rosso rubino con leggeri riflessi granato, non troppo scuro, ma vivace e caldo. Il profumo mette in evidenza una grande fragranza di lamponi appena raccolti, di marasca e melograno, con una piacevole nota di speziatura e una sensazione di camino spento e di cenere. L’esordio olfattivo è delicato e deciso al gusto, con note fruttate ed erbe aromatiche con un sviluppo finale elegante. Il suo affinamento avviene in botti tonneaux.

 

Dolcetto d’Alba Doc “Rocchettevino”

Il suo colore è rosso violaceo intenso, con una cromaticità perfetta, sia per l’intensità, sia per la tonalità. All’olfatto è caratterizzato per i suoi profumi di frutta dolce, con note di ribes, lampone ed amarena con un sottofondo di leggere note d’erbe aromatiche.

Al palato si sente subito il calore dell’alcool, ma con un buon equilibrio, con una acidità contenuta e un leggero tannino che si sposa bene con la sua struttura. Rotondo e avvolgente, coerente nel suo insieme. Un ottimo vino che rispecchia la sua unicità.

Il vitigno, il Dolcetto è caratteristico delle Langhe di origini molto antiche. Le sue prime notizie risalgono al 1500. Sfatiamo un falso mito, il suo mistero sul suo nome: Dolcetto non si riferisce al vino, ma al suo frutto, le cui bacche sono succose e dolci. Al contrario il vino è secco e asciutto.

 

 

Langhe Doc Freisa Frizzante “Lamorrina”

Stupisce il suo colore, dall’aspetto porpora che ricorda il tramonto di una sera d’estate, in una spuma briosa. Piccoli frutti di sottobosco, lamponi e leggere note di rosa e viola i suoi profumi più significativi, in un mosaico che racchiude la primavera nel vino.

Al palato è leggermente vivace, di buon corpo, immersa in una freschezza che sprigiona nel sottofondo una sfumatura di bacche selvatiche e fragoline, avvolte nel suo equilibrio da un tannino integrato seppur ancora presente. Con l’alcool e la sapidità ben distribuiti, chiude leggermente amarognolo.

La Freisa n vitigno tra i più antichi e diffusi in Piemonte, un tempo era presente anche in Lombardia e Veneto. Primi documenti dal Nuvolone del 1799 citando la Freisa tra le “uve nere di prima qualità”. A dire il vero nel 1517 tre secoli prima il Poncolini lo cita come “Fresearum”. Nel XVIII secolo si individuano due cloni di Freisa “piccola” e  “grossa”.

I vini ottenuti da questo particolare vitigno, sensibile alle condizioni ambientali, si presta a differenti stili di vinificazione e i vini così ottenuti possono e sono molto diversi: secchi, dolci, tranquilli, frizzanti, giovani ed affinati in legno e con un moderato invecchiamento.

Il sommelier Ais Sergio Garreffa (a sinistra) con Mirko Martini durante la degustazione nella cantina Voerzio Martini di La Morra

Barbera d’Alba Doc “Ciabot della Luna”

Dal colore rosso rubino luminoso. Con profumi ben definiti, delicati di richiami di fragoline, lamponi e confettura di ciliegia. Una Barbera spettacolare per bevibilità e freschezza. Al palato si staglia in un equilibrio, che lascia emergere un gusto asciutto, austero, con una succosità e mineralità che esaltano le sue doti, di un vitigno che mostra le sue proprietà associate all’alcol e all’acidità. Ottimo

La storia della Barbera è in un documento conservato presso il municipio di Nizza Monferrato in provincia di Asti con le prime notizie a questa varietà. Si parlava e si scriveva del vitigno indicandolo come “grisa” o “grisola” termine che accomuna il Barbera all’uva Spina per la sua acidità questo ai tempi di Pier dè Crescenzi 1495. Ma la prima menzione ufficiale risale al 1798 nell’ampelografia dei vitigni coltivati in Piemonte. La Barbera maschile o femminile che sia è uno dei vitigni più rappresentativi della regione Piemonte, il più coltivato in Asti e Alessandria.

 

“Bricco Cappellina” Langhe Doc Arneis 2019

Il vino si presenta alla vista con un colore giallo paglierino. Al naso esprime note di frutta bianca, in particolar modo pesca e albicocca, con sentori di nocciola e fiori con note più sottili di zagara ed anice, con un sottofondo di pere e mandorle, ma soprattutto la sua sensazione al palato di note piacevoli di agrumi. Ma è la sua avvolgenza a stupire, la sua rotondità a meravigliare con questa acidità e freschezza piacevole avvolta nella sua mineralità data dal suo terreno, fanno di questo vino ogni volta una sorpresa.

L’Arneis è un vitigno autoctono Piemontese, soprattutto nella zona del Roero lungo la sponda del Tanaro con prime testimonianze in un documento del 1478 nella zona di Canale.

Negli anni ’60 la sua presenza si era ridotta, ma le sue caratteristiche enologiche ed organolettiche fu riscoperto e proposto come vino di qualità. Oggi con circa 600 ettari vitati. Al di fuori del Roero (dove il Roero Arneis è una Docg) vini Arneis parietali sono prodotti nelle colline delle Langhe. A volte le vigne di Arneis venivano piantate vicino a quelle del Nebbiolo, più che altro per proteggere queste ultime. Infatti il profumo più forte dell’uva Arneis distraeva gli uccelli affamati e gli insetti lontano dal più pregiato Nebbiolo.

 

Derthona colline Tortonesi Timorasso 2018

Alla vista si presenta dal colore giallo paglierino nitido, con garbata apertura floreale di gelsomino e una nota di sambuco, seguita da erbe aromatiche, poi nespola, mela e pepe bianco con un sottofondo di mandorla e nocciola.

Con un abbraccio delicatamente caldo, mostra una freschezza decisa e una pacata sapidità con richiami di minerali di pietra focaia. Da prova di poter reggere a un discreto invecchiamento.

Prima della pandemia della fillossera era un’uva molto diffusa, tanto da contendere la palma di vitigno più coltivato al Cortese.

Era anche presente in provincia di Genova sempre in epoca prefillossera. Il Rovasenda (1877) ne elogia le sue virtù. Dopo aver conosciuto una lunga parentesi ed essere quasi all’estinzione è oggi in grande auge soprattutto nel Tortonese. La storia del Timorasso ha attraversato molte vicende e alterne fortune e oggi ritornato con grandi qualità ed è realizzato da produttori caparbi e con tanta lungimiranza. Attualmente è autorizzato in provincia di Asti e Alessandria e in provincia di Cuneo.

Sergio Garreffa
(sommelier AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)


Voerzio Martini Soc. S. Agricola
Strada Loreto n. 1
12064 La Morra (Cn) Piemonte- Italia
tel./fax (0039) 0173 509194
email: voerziomartini@gmail.com
www.voerziomartini.com

Sergio Garreffa

Appassionato di cibo e vino, che ha inizio nel lontano 1982, con una carriera da degustatore professionista A.I.S. dal 2018 al 2022 Delegato del Tigullio Promontorio Portofino. Ambasciatore del Vermentino dal 2016 e miglior Sommelier della Liguria 2011, nonché secondo al master del Barolo, Sagrantino e Lambrusco e terzo posto al Prosecco e Friulano. Oggi con grande passione e amore qui su Art & Wine per recensire e descrivere le storie di importanti aziende del settore vinicolo.

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