VILLA RAIANO, ECCELLENZA BIOLOGICA DEL FIANO DI AVELLINO. Si distingue con le altre DOCG Greco di Tufo e Taurasi

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“L’Irpinia è la loro terra: rispettosi dell’identità”

di Sergio Garreffa
(sommelier professionista AIS)

 Terra fredda l’Irpinia – il nome deriva dalla tribù sannitica degli Irpini – adagiata in un intreccio di montagne e colline attraversate da fiumi e torrenti che scorrono a disegnare le vallate e che fanno di questa parte dell’Appennino meridionale un luogo unico per coltivare la vite, definendone i suoi sapori nel territorio di elezione.

L’azienda di Basso Fedele e figli è del 1904 e in principio si occupa di oliveti, infatti produce olio da tre generazioni. Sono numerose le cantine che, dopo diversi esperimenti, si cimentano nella produzione di olio extravergine. La proprietà a capo della cantina Raiano fa invece il percorso inverso: nel 1996, nei vecchi opifici dell’oleificio di famiglia, nasce il desiderio di cimentarsi con la produzione di vino. Oggi possiamo dire con grande successo, con passione e qualità. Nel 2009 viene costruita la cantina, completamente inserita nel contesto paesaggistico, a San Michele di Serino (AV), il Comune più a sud della denominazione del Fiano di Avellino Docg. L’ambiente circostante è costituito da vigneti e boschi di querce.

La cantina Villa Raiano a San Michele di Serino (AV)

Dalla terrazza panoramica che domina la collina del Cerreto, ci si affaccia sulla vallata scolpita dal fiume Sabato – che sgorga dal Colle Finestra sul Monte Terminio. Ha una lunghezza di 50 chilometri e scorre nelle provincie di Avellino e Benevento. È il maggior affluente di sinistra del Calore Irpino.

Oggi l’azienda gestisce 27 ettari vitati, condotti dal 2011 con il sistema biologico certificato.

Le vigne crescono su terreni con caratteristiche variabili, ricchi di argilla, sabbie e ceneri vulcaniche: un aspetto questo non da poco, poiché dona al vino un’impronta territoriale. Le viti vengono coltivate nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. Durante la vendemmia, le uve arrivano in cantina sane e ricche di sostanze minerali.

La produzione di uve autoctone – come Fiano, Greco, Falanghina e Aglianico – consente di avere etichette eccellenti, ottenute controllando scrupolosamente ogni passaggio della filiera produttiva, a partire dalla vigna sino ad arrivare all’imbottigliamento.

All’interno della cantina di Villa Raiano

Villa Raiano è una realtà vitivinicola saldamente ancorata alla tradizione dei vitigni dell’Irpinia, una delle zone di eccellenza enologica del paese.

I fratelli fondatori di Villa Raiano sono: Simone Basso, musicista e insegnante di Viola al Conservatorio di Avellino, che si occupa del lavoro in vigna e in cantina, e suo fratello Sabino, amministratore dell’attività, entrambi proprietari dell’azienda agricola fin dal 1996. Da allora producono vini di estrema eleganza e qualità eccelsa, curati dall’enologo Fortunato Sebastiano, che si occupa di viticoltura ed enologia dal 1998.

Quest’ultimo, dopo la maturità scientifica, lascia Ariano Irpino per Roma e quindi va in Toscana dove si laurea alla Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa con una tesi in viticoltura incentrata sulle possibilità espressive del fiano. Le sue prime esperienze sono in Toscana, in Sicilia e nelle Marche, poi torna in Campania – dove nel 2002 fonda il gruppo di lavoro “Vignaviva” – e naturalmente a Villa Raiano come enologo della filiera produttiva.

Oggi in cantina sono presenti i figli di Sabino: Federico Basso, impegnato nella direzione commerciale e affiancato al canale Ho.Re.Ca. attivo nel settore dell’industria alberghiera, hotel e ristoranti, e Fabrizio Basso all’oleificio.

Lo stemma di Villa Raiano

Sono dodici le etichette in produzione, con una linea classica e una linea di selezione. Il simbolo della cantina è figlia del “Lupo”, dal latino “Hirpus”, l’animale storico tipico del territorio, orgogliosa delle proprie tradizioni e della sua storia, e identifica l’Irpinia.

Un unico territorio, tanti sorsi diversi

Villa Raiano ha una produzione che si aggira a seconda dell’annata sulle 270 mila bottiglie. La vendita raggiunge 20 Paesi, oltre all’Italia che rappresenta il mercato principale.

Cantina di affinamento con le Giare di terrracotta usate per il Costa Baiano Dop

Ogni bottiglia racconta la storia unica dell’Irpinia, una terra senza filo logico tra esposizioni e altitudini che variano seguendo il profilo delle colline e delle montagne, che raggiungono anche i 1800 metri sul livello del mare. Giustamente le specificità delle uve bianche e rosse assumono connotazioni diverse da vigna a vigna. La produzione si compone di dodici referenze divise tra i Classici e le Vigne.

I Classici di Villa Raiano sono un omaggio alla loro terra. Usano la parola Classico perché nella tradizione produttiva Irpina si usava realizzare vini con uve provenienti da vigne posizionate in comuni differenti dei diversi areali di produzione. Con questo invece hanno cercato l’equilibrio più consono, cercando di unire le uve provenienti da vigneti di zone diverse.

Degustazioni

Spumante Metodo Classico Brut “Ripa Bassa”

Metodo Classico prodotto con uve con 50% di fiano e 50% di greco, con percentuali diverse a seconda dell’annata. Le uve provengono da vigne nella zona bassa delle colline Irpine poste lungo la riva del fiume Sabato che attraversa i loro vigneti. La prima annata è stata la 2009.

Caratteristiche del suolo: limoso sabbioso, argilloso calcareo con ceneri vulcaniche per il fiano e limoso sabbioso con vene d’argilla per il greco.

Vinificazione: decantazione del mosto dopo pressatura soffice dei grappoli interi, inoculo con lieviti selezionati, fermentazione e affinamento in acciaio. Presa di spuma in bottiglia per 36 mesi secondo il Metodo Classico, con una produzione di 10 mila bottiglie.

Il vino

Già dal suo colore giallo paglierino con brillanti screzi dorati, con perlage fine e persistente, molto intrigante al visivo, sottolinea una sicura evoluzione in affinamento. Olfatto ampio, di grande finezza, con profumi di agrumi, cedro, pompelmo e limone, abbinati alla parte minerale e toni di pasticceria salata, con echi gentili di spezie dolci a fare da cornice ad una avvincente tostatura e nuance di cipria.

Al palato l’ingresso è voluminoso, deciso, reso vivace dalla freschezza e da una delicata sapidità, in una struttura solida e di carattere, con una spolverata di nocciola in chiusura, che anima il sorso succoso ed appagante.

Ripabassa Metodo Classico, con Fiano e Greco. Ventidue Fiano di Avellino Docg della cantina Villa Raiano

Fiano di Avellino Docg “Ventidue” 2018 gr. 13

Ventidue” perché bisogna percorrere 22 chilometri per portare le uve in cantina, dal comune di Lapio dove è nato il Fiano di Avellino. Il Fiano ha una storia lunga e travagliata, con pareri contrastanti sull’etimologia del nome, sulla parentela con le viti “apiane” citate dal Columella e da Plinio. Fiano dalla parola latina “Apianis” riferita all’uva perché ne andavano ghiotte le api.

Bisognerà aspettare il 1656 per ritrovare il vitigno nei testi di Bella Bona, parlando delle zone di elezione per la coltivazione dell’Apiano o Fiano cita la zona di Apia, oggi comune di Lapio.

Il fiano deve la sua diffusione alle attività agricole del Monastero di Montevergine. Nel 1875 il fiano è stato citato nel bollettino ampelografico e nel 1914 ha fatto la sua comparsa sul manuale del Cavazza. La tesi più convalidata è quella di Murolo -1984-

Afferma essere stati i coloni Pelasgici provenienti dal Peloponneso, l’antica Apia a portare in Campania il vitigno che prese il nome di vite apiana. Oggi riconosciuto tra i vini bianchi Dop nel 2003 in quattro zone dei comuni di Lapio, Summonte, Montefredane e l’area ad est di Avellino.

Vinificazione: decantazione del mosto dopo pressatura soffice dei grappoli interi. Inoculo con lieviti selezionati, fermentazione in acciaio. Sosta di 12 mesi sulle fecce fine e affinamento in bottiglia per altri 12 mesi.

Il vino

Il “Ventidue” si presenta con un manto giallo paglierino, con bagliori tendente al dorato, in perfetta limpidezza e luminosità.All’olfatto esprime sensazioni di frutta bianca, pesca e albicocca, con agrumi in primo piano e delicati fiori di campo e nota più sottile di zagara ed anice.

Al palato è avvolgente, fine e delicato, tra freschezza e sapidità piacevole, con un ritorno nel finale di una leggera nota ammandorlata, rendendo il sorso ogni volta una sorpresa.

Greco di Tufo Docg “Ponte dei Santi” 2018 gr.13

Dalla frazione “Ponte dei Santi” del comune di Altavilla Irpina si trova la vigna greco di 1,3 ettari a 550 metri slm. Terreno d’argilla con vena scura e banchi tufacei.

Si tratta di un vitigno importato in Campania da coloni della Tessaglia. Nel 1909 sulla base della forma dei grappoli che sembrano doppi – Carlucci avanza l’ipotesi che il greco coltivato nella zona di Tufo discenda dall’Aminea gemina minor descritta dai latini.

Bisogna ricordare che nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite c’è un’altra varietà bianca registrata sotto il nome Greco, che si differenziano solo per i toponimi di provenienza –  il Greco Bianco e il Greco di Gerace

Vinificazione: decantazione del mosto dopo pressatura soffice dei grappoli interi, con lieviti selezionati e fermentazione in acciaio inox a 16°C. Sosta per 12 mesi sulle fecce fini e affinamento in bottiglia per altri 12 mesi

Il vino

Il greco nella sua terra d’elezione – Tufo e Santa Paolina – dà un’impronta di un bianco di carattere, già dal suo colore giallo dorato e dalla spiccata complessità olfattiva, pesca, ginestra e pietra focaia, mela cotogna e leggera mandorla.

Rispetto al cugino fiano è più ruvido e difficile, con minori profumi, più nervoso e difficile da interpretare. Vino di estrema eleganza, in un territorio particolare che restituisce all’uva e al vino profumi e caratteristiche del tutto peculiari.

Greco di Tufo Dop “Ponte dei Santi” 2018 e Taurasi Dop 2017

Taurasi 2017 Docg –  Gr. 13,5

Il vitigno Aglianico è una varietà molto antica, nel corso dei secoli si è suddivisa in molti biotipi e sottovarietà.

Già Catone e Strabone lo distinguono in tre varietà distinte, poi Plinio e Columella le suddividono in sei tipi: Aminea, A. Maior, A. Minor, A. Gemina Maior, A. Gemina Minor, A. Lanata. Un vitigno reso famoso già nell’antichità nei vini della Campania felix, in particolare quelli dell’Ager falernus e quindi imparentato con le Aminee con provenienza etrusca e forse di origine greca, dal popolo pelasgico i Tessali Aminei. Solo dalla metà del cinquecento appare la dicitura Aglianico per i vini prodotti sul Monte Somma.

Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo si ha il passaggio dal nome Hellenico ad Aglianico, considerando che la doppia “ll” in spagnolo si pronuncia simile al “gli” italiano. Murolo -1985- ha avanzato l’ipotesi dell’assonanza tra il Gauranico – antico vino dell’Ager falernus e Glianico dialettale di Aglianico. Le caratteristiche del suolo dell’Aglianico di Montemarano è a 450 metri slm dove provengono le uve, è calcareo tufaceo, con marne gialle.

Vinificazione: in acciaio con follature e rimontaggi giornaliere, con macerazione delle bucce dai 10 ai 20 giorni a seconda dell’andamento stagionale. Affinamento in botti di rovere per 12 mesi, in acciaio per 12 mesi e in bottiglia per altri 12 mesi.

Il vino:

Il vino vira dal colore rosso rubino al chiarore granato, con vivacità e luminosità. L’apertura è ampia e variegata all’olfatto, si percepisce subito la rosa e l’iris con lamponi e ciliegia, ma soprattutto la mora ed il mirto, ma dare risalto a questo Aglianico è sicuramente la nota di tabacco dolce e leggero cacao e noce moscata in sottofondo, che esalta l’olfatto con impressioni davvero esaltanti.

Al sorso il frutto è maturo, quasi caramellato, con la sua trama tannica ben amalgamata alla massa, che sorregge e gli dona grande finezza ed eleganza. Un vino che avrà sicuramente una lunga fase evolutiva, migliorando il suo bagaglio olfattivo, regalandoci forti emozioni. 

“Costa Baiano” Irpinia Campi Taurasini Doc 2017  – Gr. 13,5. 

Il loro “Campi Taurasini” -rappresenta una delle più importanti aree vitivinicole della Regione Campania, Doc dal 2005- nasce nelle vigne di Castelfranci, in contrada Baiano, nella parte centrale dei loro 9 ettari di vigneto in un unico corpo a forma di anfiteatro a 550 metri slm. Prima annata è stata la 2012.

Vinificazione in acciaio, con follature e rimontaggi quotidiani, con macerazione sulle bucce per 10 giorni, in affinamento con un 50% in cemento e il 50% in anfore di terracotta per almeno 12 mesi. Fermentazione in vasche di acciaio a 26-28 °C.

“Costa Baiano” Irpinia Campi Taurasini Doc 2017 

Il vino:

Dal colore rosso rubino con leggeri screzi violacei. L’olfatto si esprime con delicatezza, con profumi di frutti rossi, come i mirtilli, ribes e lamponi e l’eleganza della rosa di damasco, sensazioni di liquirizia e visciole selvatiche.

Al sorso si esprime e si caratterizza per il suo gusto pieno, con freschezza e sapidità, la nota tannica è decisa e avvolge le papille gustative, rilasciando nel finale di chiusura ancora note balsamiche e note pepate.

Il sommelier Sergio Garreffa con la responsabile dell’accoglienza che ha Federica Ascolese, ha trasmesso con passione la storia della proprietà

Una giornata speciale qui a Villa Raiano, all’insegna del territorio dell’Aglianico e non solo. Ringrazio la famiglia Basso per l’ospitalità ricevuta e per le degustazioni effettuate. I vini sono estremamente eleganti, così come elegante è la dedizione alla loro terra.

Sergio Garreffa
Sommelier Professionista.
Amante del vino e di tutte le sue sfaccettature. Un grazie ai produttori, che con la loro passione ci regalano vere emozioni nel calice.
sgbarolo@gmail.com
Cell. 347/5812919


Villa Raiano
Via Bosco Satrano 1
Località Cerreto 83020
San Michele di Serino Avellino, Italia
Mail: info@villaraiano.com
Tel + 39 0825 595663
www.villaraiano.com

 

Sergio Garreffa

Appassionato di cibo e vino, che ha inizio nel lontano 1982, con una carriera da degustatore professionista A.I.S. dal 2018 al 2022 Delegato del Tigullio Promontorio Portofino. Ambasciatore del Vermentino dal 2016 e miglior Sommelier della Liguria 2011, nonché secondo al master del Barolo, Sagrantino e Lambrusco e terzo posto al Prosecco e Friulano. Oggi con grande passione e amore qui su Art & Wine per recensire e descrivere le storie di importanti aziende del settore vinicolo.

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