DAL NEBBIOLO ROSATO AL BAROLO CRU

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IL TRIS DI ROSSI DI LANGA
DELLA CANTINA VEGLIO MICHELINO:
EFFLUVIO DI FRUTTI ROSSI E SPEZIE
CHE INCANTA CON CARNE E CON PESCE

di Fabio Carisio

Per la gioia di un amante del vitigno Nebbiolo ecco tre vini differenti tra loro che possono accompagnare da soli un ottimo pranzo per una importante festività. Con un occhio alla qualità ed uno alla genuinità la cantina Veglio e Michelino & figlio di Valle Talloira nel territorio basso di Diano d’Alba è stata capace di farsi apprezzare sia sul mercato della ristorazione locale che su quello nazionale ed internazionale anche per prodotti di eccellenza alla portata di ogni portafoglio. In altri articoli si è già detto dell’attenzione per la salute che il titolare ed enologo Osvaldo Veglio ha voluto dedicare ai suoi vini: tutti senza residui chimici ed alcuni a bassissimo contenuto di istamine tanto da meritargli recensione sui media nazionali. Ora ci soffermiamo su tre gioielli che si distinguono nell’assortito carnet di oltre venti menzioni enoiche e rappresentano differenti declinazioni della nobile uva Nebbiolo.Da soli sono stati capaci di accompagnare un pranzo festivo con grande gioia dei commensali: il vino rosato, il Nebbiolo d’Alba e il cru di Barolo, due dei quali già presentati nel nuovo abito della rinnovata ed elegantissima etichetta che rende ancora più nobile l’effigie stilizzata con la duplice testa equina dello storico marchio aziendale

ROSAE – VINO ROSATO

E’ il vino semplice che esalta profumi floreali e fruttati del Nebbiolo(anche se non può vantarne il nome in etichetta per questioni di disciplinare). Nasce dalle punte dei primi grappoli e viene vinificato rosato con una breve ma intensa macerazione delle uve sul mosto durante la fermentazione alcolica. Ciò consente a questo vino di facile beva, anche grazie ai suoi 11,5 gradi alcolici, di conservare tutti profumi più delicati del Nebbiolo. Al naso si propone etereo, floreale, fruttato e fresco con prevalenza di aromi di rosa e di agrodolci fragoline di bosco che tornano in bocca con l’aggiunta di qualche nota di lychees. La grande freschezza, resa peculiare da una delicata percezione metallica, si apre piano piano in bocca quando affiora la lieve marcatura tannica che lo rende asciutto nel finale con sentori di foglie secche e legni speziati. Un vino ottimo con la celebre battuta di carne cruda di Fassona Piemontese ma anche con un insalata di rucola con salmone affumicato, noci e zenzero, con cui lo abbiamo abbinato nella felice intuizione che può essere eccezionale sul pesce come sui primi piatti saporiti con sughi vegetali come le trenette al pesto di Basilico genovese Dop.

NEBBIOLO D’ALBA DOC 2015

Proveniente da uve di Nebbiolo da terreni calcarei di Diano d’Alba, dopo la fermentazione alcolica e malolattica in acciaio riposa per 12 mesi in botte di rovere di Slavonia da 50 ettolitri. Quello della soleggiata annata 2015 svela uno spettro olfattivo ampio e complesso, che spazia dalla canonica frutta rossa alla spezia. Percezioni che sulle papille si fanno assai ricche ed intense dapprima di ciliegia sotto spirito quindi di frutta secca e spezie in cui prevalgono liquirizia matura, pepe nero e tabacco. Corposo e caldo in bocca esprime tannini decisi ed asciutti, destinati ad un’ulteriore evoluzione ma già maturi, ben amalgamati con la struttura tanto da renderlo piacevolmente vellutato e da donargli un finale assai lungo per un Nebbiolo: con aromi di amarena, nocciola e distillato dolce alla viola. Perfetto per qualsiasi carne alla brace come per i tajarin al ragù di salsiccia, l’ho trovato superlativo con un risotto ai funghi porcini.

BAROLO DOCG VIGINA 2014

La punta di diamante dei rossi della cantina Veglio Michelino & Figlio finora non ha mai sbagliato un’annata. Figlio di quei vigneti di Nebbiolo della Menzione Geografica Aggiuntiva Teodoro dell’eccellente collina di Serralunga d’Alba è il cru di Barolo che reca il nome di un’antica proprietaria. L’uva è benedetta da un’ottima esposizione est a media altitudine intorno ai 200 metri, dal benefico microclima fresco della valle sul fiume Talloira su cui si affaccia e dal suolo misto di calcare ed argilla della rinomata collina di Cerretta che lo sovrasta. Affinato i due anni di legge in botti da 50 ettolitri di rovere di Slavonia e altrettanti in bottiglia si presenta già di un bel coloro granata intenso con riflessi aranciati ed un’unghia rubente. Al naso dona un effluvio di sentori di frutti rossi maturi come ciliegia ed amarena che ritornano al gusto con una ricchezza soprendente di variegature speziate dalla frutta secca ai legni aromatici. Armonico, ricco, sapido incanta per la soave sericità in cui i tannini sono già pronti ad accarezzare anche i palati più delicati. Nel finale una macedonia di frutti rossi macerati nell’alcol viene impreziosita dalle percezioni di distillati nobili da cui affiora anche una nota di liquirizia dolce. Un Barolo verace, genuino come tutti i vini di Osvaldo Veglio, davvero capace di entusiasmare gli specialisti del Nebbiolo quanto i più profani. Ovviamente ottimale per ogni brasato, ha egregiamente accompagnato un cappone arrosto con un sugo saporito alle erbe aromatiche ma certamente incanterà anche con un pesce grasso come il rombo ai funghi porcini.

La sala degustazione della cantina Veglio Michelino & Figlio con vista sulla bottaia.      CLICCA SULL’IMMAGINE PER MAGGIORI INFORMAZIONI SUL PRODUTTORE

Redazione Art & Wine News

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